lunedì 29 dicembre 2008

CINEMA
Profondo rosso

Titolo originale Profondo rosso
Paese di produzione Italia
Anno 1975
Durata 127 min
Regia Dario Argento
Sceneggiatura Dario Argento, Bernardino Zapponi
Fotografia Luigi Kuveiller
Montaggio Franco Fraticelli
Musiche Goblin, Giorgio Gaslini
Scenografia Giuseppe Bassan
Costumi Elena Mannini
Cast David Hemmings, Daria Nicolodi, Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Giuliana Calandra, Clara Calamai, Macha Méril, Eros Pagni, Nicoletta Elmi, Piero Mazzinghi, Liana Del Balzo, Aldo Bonamano, Vittorio Fanfoni, Dante Fioretti, Geraldine Hooper, Jacopo Mariani, Furio Meniconi, Fulvio Mingozzi, Lorenzo Piani, Salvatore Puntillo, Piero Vida, Salvatore Baccaro, Bruno Di Luia, Attilio Dottesio, Tom Felleghy, Mario Scaccia, Franco Vaccaro

Durante una conferenza sulla parapsicologia, Helga Hullmann, sensitiva tedesca, avverte in sala una presenza inquietante. Qualcuno, nascosto tra gli spettatori, medita un efferato delitto, non ancora commesso. La sera stessa, Helga torna a casa e viene brutalmente uccisa. Marc Daily, giovane pianista inglese, assiste casualmente al fatto di sangue, senza poter intervenire e salvare la donna. Egli non è stato in grado di riconoscere il killer. Risoluto ad individuare l'autore del delitto, Marc inizia le sue indagini. Si offrono di aiutarlo due suoi amici: la giornalista Gianna Bezzi e Carlo, pianista alcolizzato, figlio di un'anziana ex-attrice. Marc e Gianna scoprono in una villa le tracce di un orrendo crimine, commesso molti anni prima e rimasto impunito. I due sembrano avvicinarsi alla verità, ma l'assassino continua a colpire. Le uccisioni sono sempre più efferate: una vittima viene affogata nell'acqua bollente di una vasca da bagno, un'altra pugnalata dietro al collo, dopo essere stata ferocemente sbattuta contro l'angolo di un caminetto e di un tavolo. Per ogni passo avanti che Marc fa con le sue indagini, c'è un nuovo efferato omicidio: a cadere, sono tutte persone in grado di aiutarlo nella ricerca. E anche quando il mistero sembra risolto, una mano guantata cerca di mettere fine alla vita dello stesso Mark...

Cosa dire su questo film che non sia già stato detto? Tutto, anche l'improbabile e impossibile, funziona alla perfezione. A partire dalla coreografia dei delitti, efferati, sanguinolenti eppure terribilmente concreti: nelle sequenze di morte ogni singolo spettatore partecipa al dolore della vittima di turno. Chi non ha mai battuto una parte del corpo contro uno spigolo? Chi non ha mai sperimentato il dolore che si prova anche solo sfiorando l'acqua bollente? Le paure ancestrali riportano all'infanzia di tutti noi; non a caso una delle scene più terrorizzanti è quella del pupazzo meccanico di Carlo Rambaldi che si avvicina minaccioso a Giordani con un ghigno agghiacciante (e poco importa se esce dalla parte opposta al punto in cui l'assassino sferra il suo attacco!). Gli attori si muovono alla perfezione, su tutti Gabriele Lavia e Glauco Onorato, e le lunghe sequenze all'interno della villa abbandonata, claustrofobiche e sottolineata dalla musica d'avanguardia degli ottimi Goblin, sono pregne di simbolismi e di barocca messa in scena. Capolavoro assoluto del cinema italiano (e non solo di genere).

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