lunedì 29 dicembre 2008

CINEMA
Quattro mosche di velluto grigio

Titolo originale Quattro mosche di velluto grigio
Paese di produzione Italia, Francia
Anno 1971
Durata 102 min
Regia Dario Argento
Sceneggiatura Dario Argento
Fotografia Franco Di Giacomo
Montaggio Françoise Bonnot
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Enrico Sabbatini
Cast Michael Brandon, Mimsy Farmer, Jean-Pierre Marielle, Bud Spencer, Stefano Satta Flores, Marisa Fabbri, Francine Racette, Laura Troschel, Calisto Calisti, Oreste Lionello, Fabrizio Moroni, Aldo Bufi Landi, Tom Felleghy, Guerrino Crivello, Corrado Olmi, Gildo Di Marco, Leopoldo Migliori, Fulvio Mingozzi, Dante Cleri, Pino Patti, Ada Pometti, Jacques Stany, Stefano Oppedisano, Renzo Marignano (non accreditato)

Pedinato, da parecchio tempo, da una sinistra figura, il giovane Roberto Tobias, batterista in un'orchestra, una sera affronta lo sconosciuto e, sebbene involontariamente, lo uccide. Qualcuno ha assistito alla scena, fotografandola. Da quel momento, pur non giungendogli nessuna richiesta di denaro, Roberto diviene oggetto di una silenziosa persecuzione da parte del misterioso testimone, che, oltre a disseminargli per casa le prove del suo omicidio, una sera tenta addirittura, agendo nell'ombra, di strangolarlo. Il giovane si confida con la moglie Nina, che gli consiglia inutilmente di partire. Al colloquio assiste, non vista, la cameriera, che poche ore dopo verrà sgozzata in un parco. A questo punto, è Nina ad abbandonare la casa, mentre al fianco di Roberto resta Delia, una giovane parente della moglie. Sempre più spaventato, il batterista si rivolge a un investigatore privato, che però, giunto a un passo dalla verità, viene ucciso. Quando anche Delia, mentre Roberto è assente, subisce la stessa sorte, il giovane decide di armarsi e di aspettare che l'assassino tenti di colpire anche lui. Tobias si troverà davanti a un'amara verità...

A lungo introvabile, il più agognato, il più perverso tra i film di Argento. Capitolo finale della Trilogia degli animali, "Quattro mosche di velluto grigio" possiede tutti gli ingredienti del perfetto giallo all'italiana dell'epoca d'oro: travestimenti, inseguimenti, omicidi sanguinolenti, voci distorte, ossessioni, traumi del passato, gente viva che dovrebbe essere morta e gente morta che dovrebbe essere viva. Tra le curiosità: la scena dell'omicidio della cameriera dei Tobias, ambientata nel parco del Valentino, è un esplicito riferimento alla medesima scena ne "Lo strano vizio della signora Wardh". Il personaggio di Dio (Bud Spencer) è tratto dal romanzo "La statua che urla" da cui Argento ha ricavato il suo primo film, "L'uccello dalle piume di cristallo".

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